Siamo in prossimità dell’ingresso attuale del ramo “Stampu ‘e Pireddu” e quello che vediamo è un ingresso fossile di quel ramo. Come si può notare è completamente occluso dalle concrezioni ma le cose che si possono notare sono le testimonianze della polifasicità della grotta. In sequenza vediamo il “buco” che è stato scavato da notevoli portate di acque in pressione e questa è la prima fase. Segue una seconda fase di portate variabili che hanno depositato, con portate basse, una coltre di materiali alluvionali anche di notevoli dimensioni; si possono notare in alto inglobati nelle concrezioni. Molti di questi clasti sono palesemente alloctoni perché costituiti in buona parte da graniti. Tenete conto che queste rocce si trovano in località Tiny e dunque sono stati fluitati per oltre 12 chilometri. A questa fase ne segue un’altra di potenti concrezionamenti che ricoprono abbondantemente questi depositi occludendo il vecchio ingresso. Ma non è finita, al concrezionamento segue una fase di ringiovanimento con grandi portate d’acqua che smantellano il concrezionamento, lasciando quasi sospeso e inglobato nel substrato delle concrezioni il riempimento delle alluvioni. In poche parole abbiamo percorso qualche milione di anni di evoluzione geologica.