Stop n. 5

"Sa curva tunda"

Questo tratto è chiaramente un ampliamento fatto ai danni della grotta per posto alla sede stradale, si nota, infatti, il “taglio” mediante mine della colata che degradava verso il torrente. La stessa volta è segnata dalle evidenze dello scavo. E’ verosimile che l’antico passaggio pedonale fosse attraverso il ramo sul lato che è un vero e proprio by pass; certo che doveva attrezzato con una scala per ridiscendere a quello che doveva essere il sentiero.

In questa zona il soffitto della grotta si abbassa e la sezione si restringe grandemente si possono osservare
alcune splendide anemoliti con piccole cannule al centro.

Si tratta di concrezioni a forma ogivale allungata nel senso del flusso dell’aria che è alla base della loro genesi: in dettaglio sono formate da una serie di crestine allungate che rappresentano il flusso dei singoli filetti d’acqua capillare che evaporando da luogo appunto all’anemolite. Nel caso che l’acqua di alimentazione sia eccedente a quella che può contestualmente evaporare allora s’innesca, al centro dell’anemolite un gocciolamento che porta allo sviluppo di una tubolare.

Tutta l’acqua che alimenta le anemoliti non è acqua d’infiltrazione che riaffiora in quella porzione di grotta, ma è invece acqua di condensazione, dovuta ai processi di compressione-espansione adiabatica dell’aria che passa all’interno della strettoia. Questo spiega innanzitutto la presenza costante, anche in estate, di gocciolamento in questo punto della cavità ed anche il fatto che la frequenza del gocciolamento possa variare moltissimo nell’arco di poche ore in funzione della velocità dell’aria e delle condizioni climatiche esterne.

A questo proposito potrebbe essere interessante avviare un processo di monitoraggio del gocciolamento in funzione dei parametri meteorologici esterni.

​Queste concrezioni sono anche uno dei più efficaci marker per osservare il processo di rinaturalizzazione
spontanea in atto all’interno della grotta.

Infatti, data la loro vicinanza agli scarichi dei camion che transitavano all’interno della grotta e al fatto che la loro peculiare alimentazione (da condensazione) faceva sì che non fossero mai asciutti in qualunque periodo dell’anno, la quantità di nerofumo inglobata è stata massima.

​Ora è assolutamente evidente come la deposizione di carbonato di calcio attuale dia luogo a incrostazione
di colore bianco candido che nel tempo, progressivamente, andrà a coprire completamente la concrezione “contaminata” da nerofumo.