Stop n.5a

"Galleria con volta arrotondata"

La grotta, come tutte le grotte, è un vero e proprio archivio del tempo. Contiene una grande mole di
informazioni scritte nelle sue pareti, le sue forme e le sue concrezioni, la sua evoluzione è descritta dalle
forme che essa contiene.

In questo caso si può notare che la parte alta della sezione della galleria ha una forma circolare e non è un
caso; in casa le tubazioni che utilizziamo per l’acqua sono delle sezioni tubolari. Questo perché la sezione
tubolare è quella che ha la massima sezione utile nel minimo spazio; l’uomo NON ha inventato niente, ha
solo scoperto perché questo è anche in natura. In grotta quando ci sono cospicui volumi d’acqua, questa
occupa interamente la sezione che diventa, appunto, circolare e dunque tubolare nelle tre dimensioni;
ancora, nelle pareti possiamo leggere la grandezza dei flussi che la percorrevano. Le impronte del flusso, che sono quelle incisioni a cupola o ellissoidali, di varie dimensioni, si chiamano “scallops” in italiano sono, meno elegantemente, colpi di sgorbia. La loro grandezza è inversamente proporzionale alla velocità di flusso.

Riprendendo, la parte superiore è di forma circolare a testimoniare la prima fase di scorrimento a pieno
carico e in sezione tubolare, questa si chiama “condotta forzata” e il regime idrico è di tipo freatico. Poi
cambia qualcosa, verosimilmente una notevole diminuzione di portata legato a un cambio di piovosità e
l’evoluzione prosegue con scorrimento a pelo libero (come il torrente attuale per intenderci), in questa fase il processo corrosivo (ed erosivo) prosegue per gravità e influenzato dalle variazioni che tracciano sulle pareti i loro solchi di battente. Questo tipo di azione conferisce alla galleria la classica forma a “buca di serratura” (quelle vecchie s’intendono). Dalla dimensione dell’originario condotto tubolare possiamo evincere che vi scorreva una notevole portata. Possiamo parlare di qualche migliaio di metri cubi il secondo.